Chirurgia Plastica Occhi - Dott. Luigi Colangelo - Oculoplastica e Chirurgia

Vai ai contenuti

Menu principale:

Chirurgia

Oftalmoplastica Funzionale.

Nel campo dell'oculistica, gli interventi chirurgici funzionali possono interessare diversi aspetti dell'apparato visivo e degli annessi oculari. Si ricorre a questo tipo di operazioni quando il paziente è colpito da traumi, anomalie e problematiche tumorali. Il chirurgo può quindi intervenire su una lunga serie di patologie, tra queste si possono elencare ad esempio: le ostruzioni e/o i traumi delle vie lacrimali (la cosiddetta stenosi provoca una lacrimazione continua ed irregolare); i tumori palpebrali (masse nodulari ed escrescenze anomale che possono presentarsi in qualsiasi zona della palpebra); i tumori orbitari, i tumori dei muscoli oculari e del nervo ottico (lesioni primarie e/o metastatiche).

Malposizioni Palpebrali.
Quando la struttura fisica della palpebra presenta una posizione irregolare e tende quindi ad assumere forme differenti dalla sua tipica natura, ci troviamo difronte ad una malposizione palpebrale. Tra quelle più comuni ci sono:

  • la ptosi (conosciuta anche come “palpebra calante”) è un cedimento strutturale della palpebra che può esser mono o bilaterale. Una o entrambe le palpebre, quindi, possono apparire più basse rispetto al livello normale. Oltre al fattore estetico, la malposizione stessa può compromettere la normale funzione del muscolo elevatore causando una riduzione del campo visivo.
  • l’ectropion è un disturbo oculare che si manifesta quando la palpebra inferiore è ruotata verso l’esterno e si allontana dal bulbo oculare. Questo disturbo può causare la chiusura dei puntini lacrimali, inoltre le lacrime, cadendo irregolarmente all’esterno, non riescono a lubrificare la superficie dell’occhio, causando secchezza e un fastidioso senso di corpo estraneo.
  • l’entropion invece si verifica quando vi è una rotazione verso l’interno del bordo palpebrale. La malformazione può interessare sia la palpebra superiore che quella inferiore. Quest’ultima è molto più frequente e danneggia velocemente la superficie dell’occhio, con conseguente dolore, bruciore ed irritazione. Per quale motivo? Perché con la rotazione interna della palpebra inferiore, le ciglia vanno a stretto contatto con la cornea e il loro sfregamento può provocare la formazione di abrasioni che, nei casi più gravi, possono tramutarsi in pericolose ulcere corneali.

Tumori Palpebrali.
I tumori palpebrali rappresentano una serie di malattie, benigne o maligne, che si localizzano in qualunque parte della palpebra. I sintomi che possono essere identificati come un piccolo campanello d’allarme sono eccessivo gonfiore, visione doppia e anomale sporgenze oculari. Le lesioni benigne possono figurare come un semplice problema estetico sul quale intervenire, ma se invece il tumore viene identificato come maligno, è obbligatorio sottoporsi ad un intervento di rimozione prima che la patologia vada a colpire anche i tessuti posti in prossimità della palpebra.
Traumi e tumori occhi
Interventi entropion ed ectropion
Vie Lacrimali.
L'apparato lacrimale si compone di due puntini lacrimali, superiore e inferiore, cui sono collegati dei canalini lacrimali e il sacco lacrimale, al quale fa seguiro il dotto naso-lacrimale. La maggior parte delle patologie concernenti le vie lacrimali possono essere risolte definitivamente solo mediante approccio chirurgico. Uno dei disturbi più frequenti è l'epifora, un segno clinico oculare che consiste in una lacrimazione fastidiosa e costante causata dalll'ostruzione, o stenosi, dell'apparato lacrimale. Il tipo di tecnica chirurgica da utilizzare viene scelta in base alla sede in cui ha luogo l'ostruzione e alla sua tipologia, se parziale o completa.
Traumi e Tumori Orbitari.
La traumatologia orbitaria è un settore molto complesso dell'oftalmologia, dove diagnosi e terapia vanno affrontate con la massima professionalità. Le fratture del pavimento orbitario possono essere isolate oppure, più frequentemente, prevedono il coinvolgimento clinico degli organi e strutture circostanti, come il naso e lo zigomo. Esistono differenti tipologie di lesioni come per esempio le blow-in (scoppio interno dell'orbita) e le blow-out (scoppio esterno dell'orbita). Il medico oculoplastico opera sulle seguenti fratture con la ricostruzione della parete interessata e con il riposizionamento del contenuto dell'orbita prolassata. Ulteriori patologie, trattate dal chirurgo specializzato, sono l'esoftalmo (occhio sporgente), le anomalie congenite, l'ostruzione delle vie lacrimali e i tumori degli organi visivi (tumore dell'orbita, dei muscoli oculari, del nervo ottico, delle vie lacrimali e dei tessuti inerenti).
Chirurgia funzionale occhi
Chirurgo oculoplastico Salerno
Enucleazioni.
L’intervento di enucleazione consiste nell’asportazione del globo oculare, compresa la cornea, la sclera (la membrana fibrosa che riveste gran parte del bulbo oculare) e una parte del nervo ottico, per la presenza di patologie degenerative o evolutive. Durante l’operazione il globo viene sostituito da un impianto che garantirà la mobilità di tutti i movimenti oculari, con conseguente adattamento finale di una protesi oculare. L’enucleazione è necessaria quando si è in presenza di tumori oculari, traumi pericolosi, fortissime infezioni, glaucoma allo stadio finale.
Eviscerazioni.
L’intervento di eviscerazione consiste nella rimozione del contenuto del bulbo oculare, ma a differenza dell’enucleazione vengono lasciati il nervo ottico e il guscio bianco del bulbo. In questo caso, il bulbo resta al suo posto e le pareti oculari rimangono attaccate ai muscoli che permettono all’occhio di muoversi. Durante l’operazione viene ricostruito il contenuto dell’orbita ed inserito un apposito impianto. Si ricorre a questa procedura chirurgica quando il paziente è affetto da patologie che non richiedono la completa enucleazione.
PESS.
I portatori di protesi oculari possono con il tempo andare incontro ad una serie di problematiche post operazione, come la sindrome post enucleazione o PESS (Post Enucleation Socket Syndrome). I segnali che si associano con certezza alla sintomatologia della sindrome sono: la perdita di volume dell’orbita, deformazione del solco orbito palpebrale, ptosi della palpebra superiore, allentamento della palpebra inferiore e un invecchiamento della regione perioculare. Per tali motivi, a volte può essere necessario un’innesto grassoso. Questa tecnica all’avanguardia che non solo determina un miglioramento estetico ma agisce sulla ristrutturazione dei tessuti dell’orbita.
Cavità anoftalmica.
Il trattamento della cavità anoftalmica, ovvero la cavità che rimane dopo enucleazione o eviscerazione del bulbo, interessa i pazienti portatori di protesi oculari. Se l’utilizzo della protesi non è corretto, si possono sviluppare condizioni cicatriziali. In casi particolari si può manifestare la “sindrome della cavità vuota” (insufficienza del volume dell’orbita) e l’abbassamento della palpebra superiore e inferiore. Inoltre le protesi stesse possono assumere un fastidioso aspetto antiestetico. Con la riabilitazione della cavità anoftalmica si vanno a ripristinare il volume dell’orbita e le fornici palpebrali, inserendo una biglia di materiale sintetico o un impianto autologo, al fine di consentire il posizionamento della protesi e la posizione palpebrale..
Gestione pazienti portatori di protesi oculari.
La protesi oculare è un ausilio fondamentale per i bambini o gli adulti che hanno subito danni e traumi invalidanti, ma è altrettanto indispensabile seguirli periodicamente in un processo molto delicato. Curare un paziente portatore di protesi significa assisterlo regolarmente nella gestione della propria patologia. Ricordiamo che questa soluzione non è definitiva e che la protesi va regolarmente visionata dallo specialista. Il ruolo dell’oculista, e la collaborazione tra oculista ed ocularista (tecnico che costruisce protesi su misura) quindi, è importantissimo, sia per avviare una serie di incontri e visite che mirano ad una prevenzione accurata, al fine di contrastare le frequenti e prevedibili complicanze della cavità anoftalmica (mai trascurare la pulizia e il controllo della protesi), e sia per aiutare il paziente nell’affrontare al meglio i disagi causati dall’impatto estetico ed emotivo che ne conseguono.
 
Torna ai contenuti | Torna al menu